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IL TRATTAMENTO
Le neoformazioni cutanee sono lesioni generalmente benigne (fibromi, verruche, condilomi, ecc.), anche se si possono osservare anche lesioni maligne (carcinoma basocellulare, carcinoma spinocellulare, melanoma).
L’asportazione chirurgica di una neoformazione cutanea permette la eliminazione della lesione stessa e, dove necessario la diagnosi istologica. La loro asportazione si esegue attraverso i laser chirurgici o con la chirurgia tradizionale, con lo scopo, oltre che estetico, di eliminare il rischio di irritazioni o lesioni qualora siano localizzate in zone sottoposte a frizioni meccaniche (collo, linea della cintura o del reggiseno).
La procedura di asportazione chirurgica è semplice, veloce, ed eseguibile in anestesia locale, tramite una semplice incisione a losanga e successiva sutura che lascia una sottile cicatrice normalmente poco visibile. Il tessuto asportato può essere poi sottoposto a esame istologico. I punti di sutura vengono rimossi dopo 6-8 giorni.
È indispensabile non esporre la zona al sole per almeno due mesi. Fra le possibili complicazioni ricordiamo la formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidee, dovute ad una reattività cutanea individuale, a specifiche aree anatomiche, o all’infezione della ferita.
Tra le formazioni sottocutanee le più frequenti sono le cisti sebacee; la cisti sebacea, o cisti epidermoide, è una neoformazione del sottocute che si presenta come un piccolo bozzo visibile sotto la pelle o il cuoio capelluto. Molto rara nei bambini e nelle donne, è dovuta alla solidificazione del secreto di una ghiandola sebacea che occludendosi non riesce più a smaltirne la produzione; il follicolo pilifero si gonfia e dà luogo alla cisti. La crescita è per lo più lenta e non fastidiosa e le dimensioni variano da alcuni millimetri fino ad arrivare anche a 5/6 centimetri di diametro. L’aspetto è quello di una pallina con all’interno un misto di aria, liquido, sebo o altre sostanze semi-solide, di colore per lo più biancastro, particolarmente maleodorante e di consistenza cremosa, o caseosa, piuttosto tipica, il tutto circondato da una capsula esterna.
L’intervento chirurgico viene eseguito in anestesia locale; consiste in una piccola incisione dalla quale bisognerà asportare l’intera cisti, cercando di comprendere quindi anche la relativa capsula: solo la asportazione completa della capsula mette al riparo da possibili recidive. L’aspirazione del contenuto mediante ago non garantisce risultati certi in merito alla sua definitiva scomparsa.
I punti di sutura vengono rimossi dopo 6-8 giorni. È indispensabile non esporre la zona al sole per almeno due mesi.